Dal Vangelo secondo Giovanni 12,27-28
Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome”. Venne allora una voce dal cielo: “L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!”.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
Mi fermo un pò…
Che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora?
L’ora di Gesù è chiaramente l’ora della morte o meglio del dono totale della vita. Un’ora che rende gloria al Padre? Ma come è possibile che una morte, così infamante e tremenda, dia gloria a qualcuno? Non è piuttosto la croce, qualcosa da rimuovere, dimenticare, tanto ingiusta e terrificante? Certo, se la guardiamo con i nostri occhi è certamente così, ma se la guardiamo a partire da Dio, le cose cambiano. Per la prospettiva divina è racchiusa nell’amore. La morte per amore ha senso. Da quel venerdì santo, ogni nostra morte, ogni nostra rinuncia, ogni svuotamento di se stessi per servire, aiutare e per dare spazio ai fratelli e alle sorelle, per affermare la loro dignità e il loro valore è salvezza, è memoria di Gesù.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
Parlo con Dio
Gesù, ti ringrazio tanto perché tu mi fai comprendere che non c’è amore più grande di questo: donarsi e non ricordarci più di noi stessi, sapendo che in Te ritroveremo tutto. Morire a sé stessi donando amore: è divino![/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]